La campagna promossa dal Centro Antartide. Ne parla Anna Donati sul n°2/2016 della rivista QualEnergia.
È raro che nella logica della mobilità sostenibile si dia spazio ai pedoni, che costituiscono invece la parte imprescindibile di un percorso urbano che punti concretamente alla sostenibilità.
Si esprime in questi termini Anna Donati, presidente onorario Co.mo.do e Gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, in un articolo pubblicato sulla rubrica “In movimento” della rivista QualEnergia (Anno XIV, Aprile-Maggio, Num. 2, Pag. 25) in merito alla campagna “Siamo tutti pedoni”, promossa dal Centro Antartide insieme ai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil.
Secondo i dati Istat, malgrado ogni giorno in Italia il 16% dei cittadini si sposti a piedi per studio e lavoro, il numero dei pedoni è complessivamente calato dagli anni ’80. Ciò è dovuto allo sviluppo di nuovi quartieri, con conseguente aumento delle distanze di percorrenza per raggiungere la propria residenza e il posto di lavoro, nonché all’uso spropositato dell’auto anche per brevi tragitti.
L’iniziativa nasce per incentivare cittadini e istituzioni all’abbandono progressivo dei mezzi privati a favore degli spostamenti a piedi e per migliorare la sicurezza stradale, salvaguardando gli utenti più deboli della strada, i pedoni. Nelle città italiane si registra infatti ad oggi il 43% delle vittime della strada, contro una media europea del 34% (che in molti paesi scende anche sotto il 25%). Di questa percentuale, ben il 42% sono pedoni: circa 700 morti e 20 mila feriti ogni anno, il 30% mentre attraversa sulle strisce; oltre il 50% delle vittime ha più di 65 anni.
Per una trasformazione concreta, afferma la Donati, occorre modificare il Codice della strada e spingere le Amministrazioni locali ad attivare nuovi progetti per moderare il traffico, rendere più sicuri gli incroci, stabilire il limite di 30 km nelle zone residenziali, aumentare le aree pedonali e rendere i percorsi casa-scuola e casa lavoro sempre più sicuri e a misura di pedone.
L’articolo di Anna Donati (pdf)
(Photo Credit: Ilpost.it)