Al convegno, giovedì 9 marzo, partecipa Anna Donati, Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club.
Giovedì 9 marzo 2017
Sala Auditorium di Piazza del Mercato – Rosignano Solvay (frazione di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno).
Al convegno, giovedì 9 marzo, partecipa Anna Donati, Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club.
Giovedì 9 marzo 2017
Sala Auditorium di Piazza del Mercato – Rosignano Solvay (frazione di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno).
Convegno organizzato dalle Città 30 e lode. Partecipa, tra gli altri, Anna Donati del Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club.
Sempre più spesso i cittadini chiedono a chi amministra le realtà locali interventi per ottenere maggiore qualità dell’aria, sicurezza e vivibilità degli spazi pubblici urbani: un cambiamento fondamentale nelle nostre città.
Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) è uno strumento essenziale per programmare e governare questo cambiamento e un fattore competitivo nell’accesso ai finanziamenti europei.
L’incontro vuole affrontare con uno sguardo sia tecnico che politico il tema della mobilità urbana in un’ottica strategica, di partecipazione e di sostenibilità.
Venerdì 3 e Sabato 4 Marzo 2017
Polo universitario di Pistoia, Uniser, Via Sandro Pertini, 358 – Pistoia.
L’economia circolare entra nel settore auto. Un articolo di Sergio Ferraris su Il Pianeta Terra.
Da gennaio 2016, infatti, è in vigore nel nostro Paese un decreto che cambia in maniera radicale, in direzione di una maggiore semplicità, l’installazione di un motore elettrico, attraverso il retrofit elettrico – con le relative batterie – al posto di quello originale endotermico. Un passo importante contro l’obsolescenza programmata, delle auto vetture.
Si tratta di una possibilità che era possibile sul fronte tecnico anche prima, ma che era resa impossibile dal punto di vista burocratico. Prima del decreto, infatti, era necessario chiedere l’autorizzazione per la modifica alla casa costruttrice – cosa spesso negata – si eseguiva la trasformazione e dopo tutto ciò era necessario immatricolare nuovamente l’auto come “veicolo unico”, il tutto con una spesa in pratiche e bolli di molte migliaia di euro.
Un percorso impossibile che i pochi “appassionati” di auto elettriche risolvevano fino a ieri cancellando l’auto trasformata in elettrica dal Pubblico Registro Automobilistico nostrano, immatricolandola in Germania presso il Tüv e reimportandola in Italia dove per effetto delle norme sulla libera circolazione delle merci in Europa, il nostro Paese è “costretto” ad accettare qualsiasi veicolo sia omologato in un paese membro dell’Unione Europea.
Insomma comunque andasse un incubo. E come ogni tanto accade siamo passati, in materia di retrofit elettrico delle autovetture, dal carro di coda al locomotore, con la nuova normativa. Il decreto in questione, infatti, prima di tutto elimina la necessità del permesso del costruttore a fare la trasformazione, ma soprattutto elimina l’omologazione del veicolo, dopo il retrofit. Un salto dalla rigidità assoluta all’anarchia totale, con tanti saluti alla sicurezza?
No perché a essere omologati dovranno essere i kit di conversione, non i singoli veicoli, con positività evidenti. Prima infatti, per trasformare mille Panda Fiat erano necessarie mille pratiche diverse e nessuno, azienda o privato, avrebbe trovato conveniente l’operazione.
Oggi, invece, a essere omologato deve essere il kit di conversione, il quale una volta approvato, potrà essere installato su migliaia di auto, a seconda delle esigenze di mercato e l’unico obbligo burocratico rimane l’annotazione dell’operazione sulla carta di circolazione.
Il sistema in realtà non una novità, visto che è lo stesso utilizzato per la trasformazione dei veicoli alimentati a benzina in quelli che usano Gpl o metano, ragione per la quale si tratta della classica riforma “ecologica” a costo zero, visto che nel decreto non si parla di incentivi. Si apre, dunque, una filiera industriale che andrà a occuparsi anche e soprattutto di utenti finali che tengono d’occhio sia l’ecologia, sia il portafoglio.
Tutta l’operazione, infatti, dovrebbe assestarsi sotto i 10mila euro – le auto elettriche più economiche oggi ne costano 30mila – e soprattutto consentirà a chi possiede un auto in buone condizioni di carrozzeria, ma con chilometraggi elevati, di riconvertirla in elettrica, assicurandogli nuova, e lunga, vita con costi molto limitati. La manutenzione dell’elettrico è molto ridotta, non servono ne olio motore, ne liquidi di raffreddamento ed è evidente anche dalle differenze tra i due propulsori.
Il motore elettrico consta di una trentina di parti, mentre quello endotermico è formato da circa 300 pezzi, e il primo non necessita di frizione e cambio, quindi escono di scena anche altri due componenti soggetti a usura. Ma è sul fronte della capillarità di penetrazione che il retrofit elettrico giocherà le sue carte.
La possibilità di installare un kit omologato presso una normale officina autorizzata consentirà a chiunque di dotarsi di un’auto elettrica attraverso gli artigiani vicini a casa e di ricaricarla durante la notte nel proprio giardino o garage, allacciandola direttamente all’impianto elettrico casalingo.
E con un costo per km sensibilmente più basso. Con l’elettrico, infatti, il costo del carburante per km è di 3 centesimi di euro, che diventano 8 per il diesel e 11 per la benzina, mentre i costi di manutenzione, sempre a km, sono di 1,2 centesimi contro i 3,5 degli endotermici. Per non parlare della durata. 200mila km per l’endotermico, un milione per l’elettrico.
E di sicuro anche il sistema paese risentirebbe in maniera positiva dell’elettrificazione delle vecchie auto. La componentistica per auto, settore dove qualche carta importante da giocare la abbiamo, potrebbe ripetere il fenomeno dei kit per Gpl e metano, nei quali siamo i primi nel mondo, mentre anche l’accumulo elettrico, altro settore dove siamo leader, avrebbe da guadagnare, visto che in Germania – dove hanno incentivato l’accumulo da fotovoltaico – al raddoppio della produzione di batterie è corrisposta una diminuzione del 20% del prezzo. Ed è facile intuire che vincerà la corsa dell’accumulo elettrico chi riuscirà a produrre batterie più efficienti al prezzo inferiore e il retrofit delle auto potrebbe essere un innesco di questo processo.
Cosa servirebbe per fare decollare il mercato? Prima di tutto una rete efficiente di centraline di ricarica e la notizia su questo fronte è che Enel ha previsto di installarne 20mila in due anni, moltiplicando per dieci quelle esistenti, poi un’incentivazione fiscale su modello di quella degli Ecobonus per le abitazioni non sarebbe male, così come mettere a sistema nazionale l’esenzione del bollo auto per alcuni anni che offrono alcune regioni rappresenterebbe un incentivo importante. Però bisogna fare i conti con lo stato.
Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che le accise e l’Iva sui carburanti oggi, con il petrolio a 45 dollari, rappresentano il 69% del prezzo finale, importi che con l’elettrico diminuirebbero sia per le imposte sia per i consumi più bassi. Certo un’auto elettrica allacciata all’impianto di casa funzionerebbe già di per se al 39% a rinnovabili e non emetterebbe polveri sottili nei nostri polmoni. Ma lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento potrebbero non convincere l’erario.
Le tecnologie e i campioni della filiera della mobilità elettrica made in Italy nel rapporto “100 italian E-mobility stories” di Enel e Fondazione Symbola.
La mobilità sta entrando in una nuova era, più sostenibile ed efficiente. La maturità delle tecnologie di stoccaggio dell’elettricità e quella dei motori, la diffusione sempre più ampia delle fonti di energia rinnovabili e delle reti di distribuzione intelligenti, gli obiettivi posti dalla sfida climatica, ci fanno dire che la mobilità elettrica può essere quella del nuovo millennio. Una sfida che l’Italia può affrontare grazie al lavoro di piccole e grandi realtà di una filiera che sta già giocando un ruolo importante nello sviluppo del settore.
Per dare voce a questa Italia innovativa, visionaria e competitiva è nato lo studio ‘100 Italian e-mobility stories’ promosso da Enel e Fondazione Symbola e presentato oggi a Roma dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, Francesco Starace, e dal Presidente di Symbola, Ermete Realacci. Un rapporto dedicato alla filiera italiana della mobilità elettrica, che raccoglie esperienze eccellenti dalla realizzazione e costruzione dei veicoli alle batterie, dalla componentistica al design, dalle ricariche alle app dedicate ai servizi tradizionali.
La mobilità elettrica incrocia gli obiettivi posti dal contrasto ai mutamenti del clima grazie anche alla complementarietà con la crescita delle energie da fonti rinnovabili. In Europa un quarto delle emissioni climalteranti è prodotto dai veicoli, si capisce quanto la mobilità elettrica insieme al potenziamento del trasporto pubblico e della ciclabilità, sia in grado di dare un contributo sostanziale alla riduzione dell’inquinamento.
La diffusione di auto elettriche cresce rapidamente: +33% in Europa nel primo trimestre del 2016 rispetto all’anno precedente. Cresce soprattutto negli Stati Uniti e in Cina, che insieme a Norvegia e Olanda rappresentano il 70% delle vendite mondiali. Le e-car sono state protagoniste al salone dell’auto di Parigi ed è significativo l’avvio delle prime partnership tra costruttori di auto e energy utility, che vede l’Italia protagonista di un nuovo modello di business e con servizi inediti per i clienti finali.
L’Italia con 6mila vetture conta solo lo 0,01% dei veicoli elettrici, a fronte del 25% della Norvegia o del 10% dell’Olanda. Il nostro Paese non è ancora ai livelli del Nord Europa per infrastruttura di ricarica, ma è un gap superabile con strategie lungimiranti e politiche adeguate.
Come dimostra ‘100 Italian e-mobility stories’ le nostre imprese e i nostri centri di ricerca sono pronti ad affrontare la sfida della nuova mobilità. L’auto elettrica sposa l’innovazione proveniente da altri settori, a partire dalla rete elettrica, spinge sull’efficienza del motore, sulla durabilità delle batterie, sul retrofit elettrica di auto tradizionali, sul recupero dei materiali in un’ottica circolare.
“L’Italia è il paese dei talenti, soprattutto nell’ambito del design e della manifattura e il settore della mobilità elettrica non fa eccezione. Con questa raccolta di storie vogliamo celebrare l’eccellenza del Made in Italy ma anche dare un impulso alla diffusione dei veicoli elettrici – commenta l’Amministratore Delegato di Enel, Francesco Starace. “Enel – insieme ad alcune delle principali case automobilistiche – è in prima linea nello sviluppo di offerte e servizi integrati per i clienti e di una infrastruttura di ricarica capillare, come quella che stiamo realizzando lungo l’asse autostradale italiano. Inoltre siamo i primi al mondo ad aver sviluppato una tecnologia, il Vehicle to Grid, che utilizza i veicoli elettrici anche per garantire maggiore efficienza e stabilità alla rete di distribuzione consentendo, allo stesso tempo, di generare ricavi per i proprietari”.
“Nonostante problemi noti e antichi come il debito pubblico, la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, una burocrazia spesso soffocante – afferma il Presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci – l’Italia è anche un Paese in cui i problemi convivono con le eccellenze. Sa innovare senza perdere la sua anima, guarda al mondo coi piedi ben piantati sui territori e tra le comunità, scommette sulla coesione e sulla qualità. Puntare sulla sostenibilità e sull’efficienza, nella mobilità, come negli altri settori, è la strada del futuro e va nella direzione dell’Accordo di Parigi. È da questi talenti, da queste energie che dobbiamo partire: incoraggiandoli, valorizzandoli e portandoli a sistema. Solo se l’Italia fa l’Italia, saprà affrontare con successo le difficoltà che la attendono”.
Oltre che alla maturità delle tecnologie coinvolte, lo sviluppo della nuova mobilità si deve ai nuovi stili di vita più sobri e sostenibili, alla maggiore sensibilità ambientale di consumatori e istituzioni e alla voglia crescente di sharing-mobility.
Con l’elettrico aumenta l’efficienza del motore. Quello termico, in un’ottica dal pozzo alla ruota (l’analisi cosiddetta W2W “well-to-wheel”), ha un’efficienza del 17-19%, quello elettrico di circa il 36%. E con l’aumento delle rinnovabili nella produzione nazionale (oggi circa al 40%) questa efficienza non potrà che progredire, riducendo emissioni di CO2 e inquinamento.
L’Italia è protagonista della nuova mobilità con l’avvio delle prime ricerche tecnico-economiche sviluppate congiuntamente dall’industria e da importanti università italiane, volte a individuare le barriere e promuovere le necessarie soluzioni per il decollo della mobilità elettrica nel Paese, per essere in prima fila nella sfida del futuro.
Di seguito l’elenco delle 100 storie raccontate nel documento:
Aci Consult, Alfazero, Alkè, ANFIA, A.N.V.E.L., Archimede Energia, Ares2T, Associazione Futuro Solare, Assoelettrica, Atala, Bassi, Benevelli, Bikee Bike, Bitron, Bonfiglioli, Brembo, Cecomp, CERTeT Bocconi, CIVES, CNR ITAE, COBAT, Consorzio TRAIN, CRF – Centro Ricerche di FCA, CS Group, CTL Sapienza, Dielectrik, Dotto Trains, Ducati Energia, E-CO, ENEA, Energica Motor Company, Environment Park, e-Station, Estrima, Euromobility, Eurotech, EveryRide, eV-Now!, Fantic Motor, FIAMM, F.I.M.E.A. Engineering, Fleetmatica, FN Mobilità Sostenibile, Gewiss, GFG Progetti – Giugiaro, IED Torino, i-EM, IIT, Industria Italiana Autobus, Italcar Industrial, Iveco, L.M. Gianetti, Landi Renzo, Legambiente, Linky Innovation, Loccioni, Lock&Charge, MAC, Magneti Marelli, Mancinelli Trasporti, MarioWay, Me Group, MobE – Mobilità Elettrica, Nevicam, Piaggio, Picchio, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, PPRO, Rampini Carlo, Route220, RSE, Scame Parre, Scuter, SicilybyCar, Sitael, SMRE, Spin8, SRAM Technology, STMicroelectronics, Tacita, Targa Telematics, Tecnomatic, Tecno Meccanica Imola – Tazzari EV, Teknit, Terna, TIL, Università di Bologna, Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Padova, Università di Pisa, Università di Roma Tre, Università di Salerno, Velorapida, Vetrya, Wayel, Zagato, Zehus.
Si svolge dal 17 al 25 febbraio una settimana dedicata a innovazione, sostenibilità, energia, mobilità e ambiente.
Dal 17 al 25 febbraio prossimi è in programma alla Spezia una settimana di convegni, iniziative, incontri, escursioni dedicati al tema “La smart city alla sfida del cambiamento climatico”.
L’iniziativa, promossa dal Comune della Spezia e da ENEA con il patrocinio di ANCI Liguria, rientra nel progetto “La Spezia 20.20. La città diventa smart” e si propone di fare il punto sui progetti, ma soprattutto di promuovere un confronto tra istituzioni, esperti, mondo della ricerca, dell’associazionismo e dell’impresa, su temi chiave quali innovazione, sostenibilità, energia e ambiente che rappresentano oggi, per le città, ambiti di progettualità e di azione strategici.
A presentare il programma, che vedrà anche la presenza alla Spezia del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti, sono stati questa mattina nel corso di una conferenza stampa il sindaco della Spezia Massimo Federici, l’assessore alla sostenibilità ambientale e allo sviluppo economico Laura Ruocco, che segue il progetto “La Spezia 20.20” e regista dell’intera operazione, e Roberta Delfanti, Responsabile Divisione Protezione e Valorizzazione del Capitale Naturale Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA. Con loro lo staff e i rappresentanti di tutte le realtà che concorrono alla realizzazione dell’evento.
“Nel 2014 – spiega il sindaco della Spezia Massimo Federici – l’Amministrazione Comunale ha aderito al Piano europeo Città Smart sulla base delle scelte operate tra il 2008 e il 2012 in tema di sostenibilità ambientale e di rigenerazione del territorio: gestione porta a porta dei rifiuti, piano energetico, piano di riduzione delle emissioni climalteranti (Patto dei Sindaci), recupero della sentieristica, tutela e valorizzazione delle colline e campagna urbana. Su queste traiettorie ha preso corpo la strategia La Spezia 2020, una visione condivisa di città che pone l’attenzione alla sostenibilità dello sviluppo economico, al tema del recupero e della rigenerazione urbana, alla “trasformazione” delle relazioni e alle opportunità legate alle nuove tecnologie. Al centro di questa strategia non può che non esserci la sfida che alle città pone quotidianamente e concretamente il cambiamento climatico. Nello sviluppo del progetto La Spezia 20.20 l’amministrazione ha pertanto voluto porre l’attenzione su questo obiettivo strategico: ridurre le emissioni, favorire la transizione energetica e industriale verso un modello più sostenibile, mitigare il rischio difendendo il suolo. Di questo parleremo dal 17 al 25 febbraio: gli obiettivi raggiunti e lo sguardo verso la progettualità futura”.
“Con questa iniziativa – ha aggiunto l’assessore alla sostenibilità ambientale e allo sviluppo economico Laura Ruocco – vogliamo fare il punto sulle nostre strategie e approfondire a livello nazionale e non solo la sfida del cambiamento climatico. Un momento di riflessione con esperti nazionali e non solo su tre livelli di conoscenza: l’inquadramento nazionale e internazionale e le prospettive; come cambiano le cose per chi è opera sul piano professionale; come ognuno di noi può contribuire allo sviluppo sostenibile.
Le citta sono i luoghi di produzione dell’80% delle emissioni climalteranti e quindi sono chiamate a fare la loro parte. L’Europa, non a caso, ha individuato proprio le città come veicolo primario per il raggiungimento delle strategie europee al 2020.
In queste giornate parleremo di questo e faremo anche il punto su quello che è stato fatto in questi anni su sostenibilità, mitigazione del rischio, rigenerazione del territorio, riduzione delle emissioni climalteranti, sapendo che per raggiungere gli obiettivi europei del 2020 c’è ancora molto da fare e serve la collaborazione di tutti. Insieme a noi, ci sono dunque tanti protagonisti: dagli esperti a chi è fautore di esperienze concrete. Occorre sempre di più pensare ad organizzare la citta, il suo sviluppo economico con parametri diversi: le parole del futuro sono adattamento e cambiamento”
Si parte venerdì 17 febbraio alle ore 16 presso l’Urban Center (via Fazio, 45 – La Spezia) con “La Spezia 20.20. Facciamo il punto: stato di avanzamento dei progetti e prospettive”, incontro di tutti i partecipanti ai tavoli di lavoro del progetto del Comune della Spezia a cui interverrà anche l’Osservatorio Nazionale SMART CITY di ANCI e sarà presente Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club.
Sabato 18 febbraio il programma entra nel vivo. Alle 9.15 in Sala Dante (via Ugo Bassi, 4 – La Spezia) si terrà il convegno “Adattamento al cambiamento climatico e transizione verso l’economia circolare” realizzato in collaborazione con ENEA con il supporto di VSY per Waterevolution (programma completo in allegato) che affronterà due temi essenziali per lo sviluppo delle città e dei territori: il cambiamento climatico, gli impegni internazionali e le misure per l’adattamento e l’uso più efficiente delle risorse nel quadro del passaggio verso un’economia circolare. Due tematiche strettamente connesse che devono essere viste come parti di un unico progetto strategico, una sfida complessa verso un nuovo modello di sviluppo, in grado di coniugare competitività, innovazione e sostenibilità ambientale. Intervengono, tra gli altri, Roberto Morabito, Direttore Dipartimento Sostenibilità Sistemi Produttivi e Territoriali ENEA; Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club, già direttore generale del Ministero dell’ambiente e consigliere del ministro dello sviluppo economico; Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, già parlamentare, docente universitario e ministro dell’ambiente. A concludere i lavori sarà il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti.
Venerdì 24 febbraio alle 15.30, sempre in Sala Dante (via Ugo Bassi, 4 – La Spezia), sarà la volta di un altro dei temi chiave della sfida a cui il cambiamento climatico chiama le città: la mitigazione del rischio idrogeologico e la difesa del territorio. A confrontarsi, saranno, tra gli altri: Mauro Grassi, Direttore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico ItaliaSicura; Gianvito Graziano, geologo già consulente di ItaliaSicura; Fausto Guzzetti, Dirigente di Ricerca del CNR IRPI. “La città resiliente: mitigazione del rischio idrogeologico e difesa del territorio. Soluzioni e prospettive” (programma completo in allegato), aperto alla città, ma soprattutto rivolto a chi opera e si confronta professionalmente con i cosiddetti eventi estremi, si propone di delineare strumenti e modalità operative ed è infatti co-organizzato con Ordine degli ingegneri, Ordine degli architetti, Collegio dei geometri, Ordine dei geologi, Collegio dei periti industriali e periti industriali laureati e Ordine degli agronomi e dottori forestali, ANCE, CNA e Confartigianato.
Sabato 25 febbraio alle 9.30 al Museo Civico “A. Lia” (via Prione, 234 – La Spezia) si terrà l’evento conclusivo “Faccio la mia parte! Pratiche di comunità e rigenerazione del territorio” dedicato a come anche i cittadini possono contribuire all’innovazione del modello di sviluppo. Verranno presentate esperienze e realtà con l’intervento di Legambiente Onlus, Lega Coop Liguria, Slow Food Italia e la partecipazione di Silvio Barbero co-fondatore Slow Food Italia e Vice Presidente Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN). Protagoniste di “La smart city alla sfida del cambiamento climatico” saranno anche le scuole con incontri, laboratori, workshop. Nella sezione del programma “Le scuole per Spezia 20.20” è previsto per venerdì 17 febbraio, alle 11.00 presso l’Auditorium dell’IIS “Cardarelli” l’incontro, organizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Mediterraneo, con Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club, che dialogherà con gli studenti sul suo libro “Due gradi. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia”. Mentre lunedì 20 e martedì 21 gli studenti dell’IIS Capellini – Sauro si cimenteranno nel laboratorio di “Simbiosi industriale” a cura di ENEA.
Tutela e valorizzazione del territorio significano poi nel Comune della Spezia i progetti relativi a rete sentieristica e campagna urbana. Nel calendario della settimana non potevano mancare dunque gli appuntamenti dedicati a vivere l’Alta Via del Golfo (AVG) e a scoprire il Progetto Campagna Urbana che ad oggi ha riguardato 9 ettari di terreni nel Comune della Spezia
Domenica 19 febbraio alle 11 è stata organizzata un’escursione sul Sentiero 225 dell’AVG in collaborazione con CAI La Spezia. Nell’occasione sarà deposta una targa in ricordo di Giorgio Bendinelli in località Madonna dell’Olmo. Per informazioni e prenotazioni è necessario rivolgersi al CAI La Spezia tel. 3356181769, mail commissione.sentieri@cailaspezia.it
Martedì 21 febbraio escursione agli Orti urbani della Pieve. Ritrovo alle 9.15 presso il sagrato della Pieve di San Venerio e partenza per il sentiero Pieve – San Venerio. Al termine del percorso merenda a Km0 presso gli Orti Urbani della Pieve. Organizzato in collaborazione con AUSER, CAI La Spezia, Gruppi di Cammino ASL5, ASD Polisportiva Montisola, Scuola Media Fontana, Azienda Agricola Alessandro Ferrante, per informazioni e prenotazioni fino ad esaurimento posti è necessario rivolgersi al LABTER del Comune della Spezia tel. 0187280211 – labter@comune.sp.it.
Sabato 25 febbraio, dalle 8 alle ore 12, agli Orti di San Giorgio (via XXVII Marzo di fronte al Castello di San Giorgio) si terrà infine un’edizione speciale del Mercato contadino biologico degli Orti di San Giorgio.
Innovazione, sostenibilità, ambiente, ma anche energia sono oggi le parole d’ordine per una città che voglia essere smart. In questi anni il Comune della Spezia, grazie anche alla convenzione socio-economica con Enel, ha portato avanti un processo di efficientamento energetico del suo patrimonio edilizio che ha coinvolto ad oggi oltre 30 edifici pubblici.
Lunedì 20 e mercoledì 22 febbraio alle 10 saranno inaugurati tre degli impianti di produzione da energie rinnovabili ed efficientamento: alla Scuola Primaria Favaro (via Ticino) e al Complesso 2 Giugno (viale Aldo Ferrari). Nell’occasione saranno presentati i lavori dei laboratori condotti nelle scuole con IIS Capellini-Sauro. Sabato 25 febbraio, poi, in Piazza del Bastione negli stand espositivi a cura delle associazioni di categoria CNA e Confartigianato, si terrà l’iniziativa “Buone pratiche e prodotti per l’efficientamento energetico”.
Infine, anche se certamente non ultimo, la Mobilità Smart con il rinnovo del parco mezzi del Comune. In con Enel, giovedì 23 e venerdì 24 febbraio in Piazza Europa saranno esposti in anteprima le nuova dotazioni di auto e bici elettriche dell’ente. Nella giornata di venerdì sarà inoltre possibile effettuare giri di prova con le nuove bici elettriche.
“La smart city alla sfida del cambiamento climatico” è promosso da Comune della Spezia ed ENEA con il patrocinio di ANCI Liguria. Hanno collaborato: Ordine degli ingegneri, Ordine degli architetti, Collegio dei geometri, Ordine dei geologi, Collegio dei periti industriali e periti industriali laureati e Ordine degli agronomi e dottori forestali; ANCE La Spezia; Confartigianato La Spezia; CNA La Spezia; CAI La Spezia, Enel, Associazione Culturale Mediterraneo, Condotta Slow Food Golfo dei Poeti – Cinque Terre – Val di Vara – Riviera Spezzina, Orti di San Giorgio, Viareggio Super Yacht, IIS Capellini Sauro, IIS Cardarelli, IIS Fossati Da Passano, AUSER, Gruppi di Cammino ASL5, ASD Polisportiva Montisola, Scuola Media Fontana.
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