Le misure per la mobilità sostenibile che saranno finanziate con il Recovery Fund sono troppo generiche, secondo Kyoto Club.

Le risorse europee previste attraverso il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR), pari a circa 209 miliardi (tra prestiti e fondo perduto), rappresentano una seria opportunità per investire in innovazione e mettere la sostenibilità al centro delle scelte per il futuro dell’Italia.

Lo scorso 9 settembre, il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) ha presentato le “Linee guida” per la definizione del PNRR italiano, indicando 9 obiettivi economico-sociali. Questi obiettivi prevedono investimenti in 7 missioni specifiche, tra cui la “Rivoluzione verde e transizione ecologica” e le “Infrastrutture per la mobilità”. Per quanto i propositi siano buoni e condivisibili, le misure indicate per ciascuna missione sono generiche, non ne è indicato il costo e quindi non vi sono ipotesi di ripartizione delle risorse disponibili.

Inoltre, leggendo la scheda sulla “Rivoluzione verde” si nota l’assenza della elettrificazione come obiettivo per i trasporti (si parla di graduale de-carbonizzazione e una non meglio definita “mobilità di nuova generazione”). Nella scheda “Infrastrutture per la mobilità” si punta ai grandi investimenti per l’Alta velocità, sviluppo della Rete Stradale e Autostradale mentre le reti per la mobilità urbana non sono indicate e si parla genericamente di “mobilità pubblica e privata a impatto ambientale sostenibile”.

Non ci siamo.

L’editoriale di Anna Donaticoordinatrice del Gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, sul portale Rienergia.

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