T&E ha calcolato la spesa degli automobilisti se i consumi indicati fossero stati reali: 149,6 miliardi di euro. Agli italiani il dieselgate è costato 16 miliardi. 

Negli ultimi 18 anni (2000-2017) gli europei hanno consumato 149,6 miliardi di euro di carburante extra a causa della manipolazione del settore automobilistico.

Transport&Enviroment (T&E), un network di organizzazioni non governative che si batte per promuovere un modello di mobilità basata sulla sostenibilità e sul rispetto dell’ambiente, ha calcolato quanto è costato il dieselgate agli automobilisti di tutta europa. Nello specifico, il calcolo è stato effettuato attraverso la differenza tra il costo del carburante effettivamente utilizzato e quello indicato dalle case automobilistiche – ma falsato. Rappresenta, in altre parole, la maggiore spesa sostenuta dagli automobilisti.

A pagare di più sono stati i tedeschi, con 36 miliardi di euro spesi, seguiti dagli inglesi (24,1 mld) e dai francesi (20,5 mld). Gli italiani, invece, hanno bruciato circa 16 miliardi di euro.

Sempre secondo T&E, la differenza tra i consumi indicati e quelli effettivi, è balzato dal 9% nel 2000 al 42% nel 2016, in primis a causa della manipolazione, ma anche per i test di laboratorio, molto meno costosi rispetto alle prove nelle strade.

Solo nel 2017 la truffa è costata 23,4 miliardi di euro: complessivamente, calcola T&E, poco più di quanto gli svedesi hanno speso per il cibo lo scorso anno. E i costi prodotti dal dieselgate non sono solo economici, ma anche – e soprattutto  -ambientali: a partire dal 2000, la manipolazione dei test ha prodotto 264 milioni di tonnellate di CO2, più o meno l’equivalente di tutte le emissioni annuali dei Paesi Bassi.