Fra mobilità e qualità ambientale delle nostre città vi è una stretta connessione. Laddove gli spostamenti delle persone nella realtà urbana sono prevalentemente effettuati con mezzi privati il traffico rappresenta una fonte determinante in termini di inquinamento atmosferico ed acustico, anche se il miglioramento delle prestazioni in termini di emissioni dei veicoli verificatosi negli ultimi decenni ha sicuramente avuto effettivi positivi. Una delle politiche strutturali possibili per le città è quella della realizzazione di sistemi tranviari, che, laddove funzionanti, hanno incontrato ovunque un notevole successo. Il successo di questo mezzo di locomozione è legato alla buona accessibilità, all’elevato comfort, ai bassi livelli di rumore e alle zero emissioni locali. Il suo sviluppo ha in genere permesso di riqualificare aree urbane degradate, ridurre il traffico stradale e aumentare lo spazio fruibile da pedoni e ciclisti.

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In altri paesi, ad esempio la Francia, le reti tranviarie si sono sviluppate già da alcuni decenni: sono state costruite linee tranviarie nelle maggiori città francesi quali Bordeaux, Caen, Clermont-Ferrand, Grenoble, Montpellier, Mulhouse, Nancy, Nantes, Nice, Orléans, Parigi, Lille, Lyon, Rouen, Strasbourg, Saint-Etienne, ecc. Ma estese reti tranviarie sono funzionanti in molti paesi europei: Spagna, Svizzera, Germania, Olanda, ecc.

L’Italia è sicuramente in ritardo in questo ambito (così come nella realizzazione di linee metropolitane nelle grandi città, a fronte di quanto è stato fatto in altre metropoli europee), tuttavia qualche risultato è stato raggiunto, ed è giusto cercare di capire meglio le esperienze realizzate.

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A Firenze la prima tramvia elettrica fiorentina era stata inaugurata nel 1890, la città nella prima metà del secolo scorso era servita da una rete ramificata, che comprendeva anche numerose linee extraurbane, che dalla città portavano a Prato, Poggio a Caiano, San Casciano, Fiesole, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Casellina, ecc. Il massimo sviluppo del sistema fu raggiunto negli anni ’30 con circa 220 km di rete, il cui smantellamento fu completato alla fine degli anni Cinquanta.

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A partire dalla fine degli anni Ottanta nel capoluogo toscano si è ripreso a parlare di tram e si è arrivati alla fine degli anni Novanta a definire le priorità degli interventi per la realizzazione del nuovo sistema tranviario.

La rinascita del tram a Firenze è stata costellata di fortissime polemiche, di una tambureggiante propaganda contro questo mezzo di trasporto, ed in particolare contro il suo ritorno in Piazza Dumo. Si è tenuto anche un referendum popolare nel febbraio 2007, al quale parteciparono circa il 40% degli aventi diritto al voto e poco più della metà di questi si espressero in modo contrario.

La prima linea della nuova rete (T1), entrata in servizio il 14 febbraio 2010, si estende per 7,4 km e conta 14 fermate: parte da “Villa Costanza” a Scandicci per terminare la sua corsa alla fermata “Alamanni Stazione” a Santa Maria Novella a Firenze. Il servizio viene effettuato con l’impiego di 17 treni (15 presenti sul tratto negli orari di punta), ciascuno capace di una capienza massima di 272 persone. La frequenza dei tram è di 4 minuti e sono circa 22 i minuti impiegati per completare il percorso.

Attualmente sono in corso di realizzazione la linea 2 che collegherà la Stazione Santa Maria Novella con l’Aeroporto Vespucci e la linea 3 che permetterà di raggiungere l’Ospedale di Careggi sempre dalla Stazione ferroviaria centrale. L’entrata in servizio delle linee 2 e 3 della tranvia è prevista per il 2017, la GEST prevede di portare il numero di viaggiatori trasportati a raggiungere con esse complessivamente i 40 milioni /anno.

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A distanza di più di 5 anni è possibile trarre un primo bilancio dell’impatto che la prima linea della nuova rete tranviaria ha avuto sulla mobilità di Firenze.

La linea T1 si è ormai attestata su un afflusso medio di circa 13 milioni di passeggeri (circa il doppio rispetto ai 7 milioni di passeggeri stimati come obiettivo al momento dell’affidamento del servizio), su un percorso che, prima dell’arrivo della tramvia, era servito con linee di autobus che trasportavano circa 1 milione di persone l’anno.

La Regione Toscana nel 2010 e nel 2012 ha effettuato delle rilevazioni campionarie sull’utilizzo della tranvia, dal quale risulta che di circa il 24-25% di coloro che viaggiano ora con il mezzo pubblico prima si muovevano in auto o moto. Un’analoga indagine effettuata da GEST nel 2011, rilevava una percentuale del 54% di viaggiatori della tranvia che affermavano che in precedenza per effettuare lo stesso spostamento usavano mezzi privati.

Non sono disponibili dati puntuali sugli effetti dell’introduzione della tranvia Firenze – Scandicci sulla circolazione stradale ed in particolare sul numero di veicoli in meno che ogni giorno sono in movimento sulle strade, dato che permetterebbe di valutare in modo preciso la quantità di inquinanti sottratta dalla tranvia all’aria della città. Tuttavia, secondo una indagine della Regione Toscana del 2010 si stimava una riduzione di circa 3.000 auto al giorno; valutazioni più recenti espresse sulla stampa da parte di amministratori locali del Comune di Firenze, che sembrano plausibili in relazione ai viaggiatori trasportati dalla tranvia, parlano di una riduzione del traffico nell’ordine del 20%.

In ogni caso un impatto decisamente importante sul traffico ed anche per migliorare la qualità dell’aria respirata a Firenze. Da questo punto di vista qualche conferma viene anche dai dati della centralina della qualità dell’aria di “fondo” collocata in via Buozzi a Scandicci (anche messa a confronto con i dati di una centralina sempre di “fondo” come quella collocata nel Giardino di Boboli a Firenze) che ha rilevato i seguenti valori:

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Articolo di Arpa Toscana