Finalmente iniziano ad essere presentati i risultati dei gruppi indipendenti incaricati dai Governi (come al solito dall’Italia ancora nessuna notizia) sui test sui motori diesel a valle dello scandalo Vw.

In Francia i test  dalla Commissione Royal indicano che  “Le auto dotate di EGR e SCR forniscono in generale dei buoni risultati per quel che concerne le emissioni di NOx. La grande maggioranza delle auto Euro 6 dotate della valvola EGR e del dispositivo di riduzione dell’NOx presentano delle anomalie, con emissioni di NOx fino a 5 volte il lecito. Alcune auto di due costruttori hanno fatto registrare scarti rispetto alla norma sino a dieci volte il consentito. I veicoli Euro 4 e Euro 5 sono generalmente fuori norma per quel che riguarda le emissioni di CO2”. Più in dettaglio, nel primo test (quello realizzato con il ciclo di omologazione) 12 vetture (quasi tutte Euro 6) hanno fatto registrare emissioni anomale, cioè il 10% superiori alle norme. Questo risultato è forse il più preoccupante, anche se c’è da dire che trattandosi di auto usate e con discrete percorrenze al loro attivo c’è da tenere conto dell’alea del degrado e del malfunzionamento. (Qui maggiori informazioni: Le Monde).

In Inghilterra i risultati hanno mostrato simili problemi, molti veicoli non rispettano i limiti fissati dalla normativa. I test non hanno rilevato evidenze di sistemi di manipolazione del ciclo di prova come quelli usati dal  Gruppo Volkswagen, tuttavia I test hanno fornito ulteriori prove che le emissioni di ossidi di azoto sono più elevate in condizioni reali e sulla pista di prova di quanto non siano in condizioni di laboratorio. Questo è stato il caso per i veicoli di tutti i produttori, con risultati variabili in modo significativo tra diverse marche e modelli. (Qui la comunicazione ufficiale del Governo Inglese)

E’ forse il caso di rassegnarci, il diesel non potrà rispettare (se non con costi non affrontabili) i limiti ambientali imposti dalla normativa. Le case automobilistiche forse lo hanno già capito e iniziano a investire su altre tecnologie, sarebbe il caso che anche i cittadini europei aprissero gli occhi.

Francesco Petracchini

Corrente in Movimento